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Archive for dicembre 2010

Sudici, terroni, briganti

“La storia la scrivono i vincitori”. Una frase sempre sentita, retorica, banale, tanto da considerare le falsità e le menzogne riportate alcune volte palesemente sui libri di storia quasi un atto dovuto, un tributo ai vincitori, che come tale avrebbero il diritto di tramandare ai posteri non la storia, ma la loro storia. Quando questo asserto incontra il racconto dell’unificazione d’Italia e dei suoi primi anni nessuno però lo prende in considerazione. Sarebbe un oltraggio, un crimine contro la nostra nazione, uno schiaffo sordo sui volti di Mazzini, di Mameli, dei tanti Italiani che realmente credettero e combatterono in nome di un’ideale. Ebbene, non lo è, non è un affronto perché chi credette e si sacrificò per l’Italia è e resta un eroe per tutti, degno di onore e di rispetto. Ma qui si tratta di onestà, di verità. Perché Italiani erano anche i 5000 abitanti di Pontelandolfo, i 3000 di Casalduni, e quelli di Cerreto Sannita, Campolattaro, e di mille altri paesi del nostro Sannio e del Meridione intero dati alle fiamme, depredati, messi a ferro e fuoco dai Piemontesi, con devastazioni e atti di ferocia da far impallidire il più duro ufficiale delle SS. Perché, come dice Pino Aprile nel suo meraviglioso libro “Terroni”, quel che gl’Italiani venuti dal Nord ci fecero fu così spaventoso che ancora oggi lo si tace nei libri di storia. Secondo alcune stime un milione di morti, un’ecatombe, intere generazioni annientate o costrette a emigrare. Li si chiamò “Briganti”, fuorilegge, bestie senza civiltà, in realtà la maggioranza erano ex soldati dell’esercito borbonico, contadini e gente umile del Regno delle Due Sicilie, tra i più ricchi e avanzati d’Europa, con le migliori acciaierie e officine meccaniche, le migliori fabbriche tessili e colture specializzate, fiorente nelle arti e nella cultura, con la flotta mercantile e militare tra le migliori d’Europa. Combattevano per difendere la loro terra e la loro gente, contro un invasore che aveva tradito lo spirito risorgimentale all’altare della bramosia del saccheggio. Fu una razzia senza fine, l’inizio di un latrocinio di risorse materiali e umane effettuato sistematicamente per oltre un secolo. Il Meridione reso terra senza futuro, “terra d’asporto”, per usare un termine tratto da un altro splendido libro sul Mezzogiorno, “Sud” di Marcello Veneziani, educato a uno stato di minorità, umiliato, sfruttato. A 150 anni dall’Unità d’Italia ormai è tempo di ridare dignità a questa gente, di scrivere una storia condivisa, tra l’altro ormai di un’evidenza talmente studiata, riconosciuta, approfondita, da non poter essere più negata. Così come è ormai ora di spezzare la menzogna di un Sud fannullone, criminale, opposto a un Nord onesto e produttivo, di chiarire il paradosso di un Sud derubato che viene chiamato ladro. Il Sud, il bancomat d’Italia, da cui veicolare denaro e intelligenze. Con i soldi FAS per le aree sottosviluppate si finanzia l’Expo di Milano, le compagnia di navigazione del nord, gli allevatori della Pianura Padana, e quando giungono vengono fatti passare per aiuti straordinari, una ladrata, una vergogna. È tempo di onesta. Ma è anche tempo dell’azione, per affrontare la questione meridionale e vincerla da Meridionali. E per risolvere un problema bisogna prima comprenderne le cause, la genesi, lo sviluppo. Riprendiamoci la nostra storia, solo così potremmo riconquistare il nostro futuro, altrimenti, come dicono Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò in una famosa canzone, ancora nel 2010,  da Meridionale, da “Brigante se more”.

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Auguri di buon Natale e felice 2011!

Cari amici,

auguro a tutti voi un sereno Natale e un 2011 ricco di soddisfazioni personali e professionali. Un abbraccio!

Angelo

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