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Archive for giugno 2009

IRAN: No alla repressione! SI ai diritti e alla democrazia!

Solidarietà e vicinanza ai giovani iraniani che protestano contro il regime di Teheran. In questi giorni sono migliaia i ragazzi scesi in piazza per chiedere libertà, rispetto dei diritti e democrazia.

 

Il mondo intero fa bene a non voltarsi dall’altra parte davanti alle brutali repressioni contro chi manifesta. I video e le foto che circolano sulla rete, con immagini di manifestanti disarmati e colpiti a morte dalla polizia non troveranno mai alcuna giustificazione e la comunità internazionale deve saper esprimere la massima indignazione. Le immagini di Neda, studentessa di filosofia colpita a morte da un cecchino in una strada di Teheran mentre manifestava a fianco del padre, è ormai diventata l’icona della repressione. Neda è morta con gli occhi aperti, scuotendo il mondo occidentale che, troppo spesso, vive con gli occhi chiusi.

 

Non vogliamo essere complici di questo massacro. Per questo diciamo a gran voce che un governo che utilizza la violenza contro il suo stesso popolo è un governo delegittimato e tiranno e la comunità internazionale ha il dovere morale di mobilitarsi per fermarlo, isolando l’Iran dal punto di vista politico e commerciale.

 

Categorie:Notizie e politica

Elezioni 2009: l’analisi del voto

I risultati dell’ultima tornata elettorale non sono stati sicuramente inattesi. Ci si aspettava una netta affermazione del centro-destra è così è stato, anche se forse non nella misura sperata e con alcune distinzioni nelle varie realtà locali. Per tale motivo qualche riflessione in più può essere fatta al fine di contribuire a comprendere il reale stato della politica e dell’elettorato italiano alla luce degli eventi degli ultimi giorni.

 

Innanzi tutto il dato più netto è quello dell’astensionismo nel voto europeo, soprattutto nel meridione, sintomo di una disaffezione alla politica che ormai si trascina da tempo e che ultimamente sembra prendere nuovo vigore. Se la vittoria del PdL non si è trasformata nell’atteso “sfondamento” è dovuto proprio all’alta astensione registrata, a dimostrazione del fatto che, pur avendo un consenso diffuso e egemone nel paese, legato all’ottimo operato del governo, alcune scelte della classe dirigente del partito e soprattutto alcuni atteggiamenti dell’ultimo periodo non sono stati compresi dalla gente.

 

Il secondo dato che emerge palesemente dalle urne europee è la forte crescita dei partiti “minoritari”, a scapito di quelli maggiori, che preoccupa non poco i fautori del bipartitismo. Sommando i voti del PD e del PDL infatti si raggiunge circa il 60% dei consensi. Ciò dimostra come oltre 1 italiano su 3 (poco meno del 40%) accorda fiducia ad altri partiti, senza contare la larga fetta dell’astensionismo, sintomo comunque di un certo disaccordo verso le scelte dei maggiori partiti. In un paese come l’Italia evidentemente la strada verso la semplificazione della politica è ancora lunga e soprattutto ancora da tarare. Se il consenso accordato all’UDC dal suo zoccolo duro è una conferma, il dato interessante è senz’altro la forte affermazione della Lega e dell’Italia dei Valori. La lettura del successo è però differente. Mentre la Lega si afferma come partito regionalistico nel Nord, cavalcando soprattutto il tormentone della legalità e della difesa degli interessi del settentrione produttivo, l’Italia dei Valori ha avuto la sua carta vincente nell’affermazione della moralità in politica e nelle modalità con cui ha portato avanti un’opposizione intransigente e alla vecchia maniera. Per quanto riguarda le ali estreme dell’arco parlamentare si nota una certa riorganizzazione della sinistra radicale, con le ceneri di Rifondazione comunista e la nuova Sinistra e Libertà di Niki Vendola che raccolgono oltre il 6% dei consensi, mentre sul fronte opposto non sfonda La Destra, alleata con l’MPA e altri partiti minori, che supera di poco il 2% dei consensi. Per finire, da non sottovalutare anche il risultato dei Radicali, che si attestano intorno al 2,5%, incrementando i loro elettori rispetto a cinque anni fa.

 

Il vero sconfitto è il Partito Democratico, colpito da una vera e propria emorragia di consensi, che vede perdere i suoi elettori, in fuga sia verso i partiti della sinistra critica che verso l’Italia dei Valori di Di Pietro, pur limitando i danni di quella che sarebbe potuta essere una vera e propria disfatta. Pochezza di idee e litigi interni non hanno consentito neanche di mantenere il risultato già scarso delle ultime elezioni politiche. A questo punto si impone una riflessione seria sulla leadership e sui programmi che permetta di avere in Italia un’opposizione forte e seria che consenta anche alla maggioranza di confrontarsi e migliorare la qualità dell’attività politica. 

 

Per quanto riguarda il voto europeo su base locale, netta è stata l’affermazione del PdL, che conferma il dato delle amministrative e delle europee dell’anno scorso, attestandosi poco al di sopra del 50% dei consensi. Bisogna però considerare l’apporto di Mastella (ex? Udeur) e di Mazzoni (ex UDC), le cui performance hanno dimostrato come sicuramente abbiano fornito un forte valore aggiunto.  L’elezioni nel Parlamento Europeo di ben due parlamentari sanniti rappresenta una grande opportunità per il Sannio, in termini di visibilità e di risorse. Disastroso invece il risultato del PD, che raccoglie appena il 20% dei consensi. A questo punto è palese che il governo della Provincia e del Comune è in mano a una minoranza allo sbaraglio e per questo è necessario il ritorno immediato alle urne.

 

In merito alle elezioni amministrative, in tutta Italia la vittoria del centro-destra è stata inequivocabile. Per anni il centro-sinistra ha avuto l’egemonia dei governi locali, vantando una maggiore vicinanza alla gente sul territorio e ergendosi a esempio di buon governo. Evidentemente il suo ciclo è terminato, a parte poche eccezioni, come dimostra il caso lampante della Campania, dove il PdL ha dato un chiaro avviso di sfratto alla Jervolino e a Bassolino prendendosi al primo turno le Province di Napoli, Avellino e Salerno e facendo il pienone nella maggior parte dei comuni al voto.

 

In definitiva il successo del centro-destra in città e nel paese è stato ampio, a dimostrazione del consenso accordato dalla gente al progetto del PdL. Ciò nonostante, una maggiore attenzione da parte della classe dirigente e una maggiore dialettica e vicinanza alla gente potrebbero contribuire a far crescere ancora di più il partito, per un governo del paese e del territorio forte e duraturo.

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